Allarme Uppi sui rischi della riforma del catasto: no a una patrimoniale sulla casa
di RedazioneQ
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L’Uppi, Unione piccoli proprietari immobiliari, giudica gravissime le affermazioni rilasciate dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, in merito alla bozza di legge delega sulla riforma fiscale, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri. Secondo il ministro Franco, la riforma del Catasto sarebbe «un esercizio di mappatura che sarà reso disponibile dal 2026 e verrà usato da chi vorrà utilizzarlo» e aprirebbe la strada ad una patrimoniale sulla casa più volte richiesta dalle istituzioni europee e gradita ad alcuni politici italiani.
Il Governo Draghi vuole accontentare tutte quelle istituzioni europee che chiedono a gran voce l’aumento della tassazione della ricchezza immobiliare italiana. Gli italiani hanno già dovuto subire le politiche di austerità adottate dal governo Monti, responsabile di aver aumentato la tassazione sulla casa da 9 a 25 miliardi di euro, con l’introduzione dell’Imu, senza d’altra parte aver ridotto il debito pubblico, anzi causando un crollo del Pil e del valore delle case già prima della pandemia.
L’allarme lanciato
Il presidente Commissione fiscale Uppi Jean-Claude Mochet ed il presidente nazionale Uppi Gabriele Bruyère intendono allertare i piccoli proprietari immobiliari sulle intenzioni del Governo il quale, nella legge delega, prevede di attribuire a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale, vale a dire una rendita attualizzata sulla base dei valori normali espressi dal mercato individuando, inoltre, alcuni meccanismi che adeguerebbero periodicamente quei valori patrimoniali alle oscillazioni di mercato. È evidente che una tale previsione abbatterebbe il concetto di certezza della tassazione, la quale dipenderebbe dalle variazioni del mercato. Uppi ricorda che il settore immobiliare, e l’indotto al quale esso fa riferimento, sono in forte crisi soprattutto a causa della tassazione, che ha ormai raggiunto livelli insostenibili e che ha trasformato la proprietà immobiliare, da piccolo salvadanaio degli italiani, a fardello economico sempre più difficile da sopportare. Solo un alleggerimento di tale imposizione e non un suo inasprimento, così come indicato dal Fondo monetario e dalla Commissione europea, consentirebbe a questo settore di riacquistare spinta e di giovare all’economia del Paese intero.
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